Descrizione
Il castello di Castel d'Ario è un recinto murato di 4.383 metri quadrati, con pianta pentagonale irregolare intervallata da quattro torri, di cui una d’ingresso. Una quinta torre, detta anticamente “Torre delle prigioni” e oggi “Torre della Fame” faceva parte del mastio interno, detto Rocca, e sorge isolata nell’angolo a sud-ovest. Addossati alle murature interne si trovano poi due corpi di fabbrica: il trecentesco Palazzo Pretorio e l’ex macello comunale, ricavato nel 1865 nella torre rompi-tratta. Il fortilizio era in origine suddiviso in due strutture fortificate, tra loro comunicanti, sorte in periodi diversi: la Rocca nell’angolo sud, con una propria cinta murata, terrapieno e fossato perimetrale; e l’adiacente castello-recinto, con i propri apparati difensivi e costruzioni. Rocca e castello sono realizzati in quattro momenti successivi. La prima fase (fine dell’XI secolo-metà del XII) riguarda la torre della Fame. A questa segue (metà del XII secolo-inizio del XIII) la costruzione delle mura basse attorno alla Rocca. Nel corso del Duecento si definisce l’attuale perimetro murato del castello-recinto con le quattro torri. Nella quarta fase, portata a compimento entro il 1377, si potenziano e ampliano le strutture esistenti. L’interno della Torre della Fame è oggi suddiviso in due ambienti sovrapposti di cui il primo voltato a botte e il secondo a crociera. Dalla copertura della torre lo spuntone più alto, concluso da un merlo angolare, documenta l’altezza della costruzione sino alla fine del Settecento. L’interno della torre era in origine suddiviso in sei piani con diverse funzioni. Nel Duecento, dopo il completamento delle mura della Rocca, gli interventi si concentrano sulla cinta del castello, realizzando l’attuale impianto poligonale con le quattro torri fino all’altezza di circa 10 metri. Esternamente sono ancora visibili le merlature guelfe, poi inglobate nel sopralzo del Trecento. La torre d’ingresso era protetta da una saracinesca e da un portone a due ante e collegata ad un rivellino a camera. Il castello duecentesco subisce entro il 1377 una significativa trasformazione: si ringrossano e sopraelevano le murature e si realizza un nuovo apparato sommitale con una merlatura oggi scomparsa e un nuovo cammino di ronda. Tra il 1357 e il 1377 si porta a compimento anche il Palazzo Pretorio decorando tutto il piano nobile con gli stemmi degli Scaligeri, i signori veronesi che l’avevano in pegno in quel ventennio. Nel 1851 si ricavò al piano terra della torre maggiore la ghiacciaia comunale. In occasione di quei lavori si rinvennero i resti di sette scheletri attribuiti a tre membri della famiglia Pico della Mirandola e a quattro della famiglia Bonacolsi, lasciati morire di fame nel fondo della torre rispettivamente nel 1321 e nel 1328. In seguito a quella scoperta la torre fu denominata della “Fame”.
Modalità d'accesso
Sempre visitabile ed accessibile a tutti, non ci sono indicazioni precise per quanto riguarda i disabili. Nessun costo.
Indirizzo
Punti di contatto
Ultimo aggiornamento: 25 maggio 2024, 23:00